A quasi un anno e mezzo di distanza dallo spettacolo teatrale “L’Anno del Contatto – Alieni a Roma”, arriva in diretta su RaiNews la seconda parte, in forma di happening fantapolitico. Qui il mio raccontino originario…

Il 29 dicembre scorso è andato in scena all’auditorium delle Scuderie Aldobrandini a Frascati un happening fantapolitico dal titolo “L’Anno del Contatto 2”, di Emanuele Ladovaz e Francesco Gatti, con contribuiti di una dozzina di autori italiani di fantascienza (Donato Altomare, Sandro Battisti, Alberto Costantini, Giovanni De Matteo, Salvatore Iaconesi, Laura Iuorio, Gianluca Morozzi, Oriana Persico, Tommaso Pincio, Pirefrancesco Prosperi, Silvio Sosio, Francesco Verso e il sottoscritto).
 
Con un editoriale firmato da Corradino Mineo, lo spettacolo (seconda parte di uno show andato in onda a luglio 2010) è stato trasmesso in diretta su RaiNews.
 
Ecco il mio raccontino originario – “Topolino in gel emolliente” – con le immagini che ne sono state tratte…

 
“E’ lì dentro?”.
L’uomo annuisce.
“Posso vederlo?”.
Il barattolo è alto sì e no una spanna. Metallo crudo. Senza etichette.
Il tipo lo apre, consapevole che ogni giornalista che gli fa visita si aspetta un po’ di teatro. Sanno già prima che cosa contiene e s’immaginano che un prodigio debba per forza essere accompagnato da un contorno assolutamente necessario di suspense e aria fritta. “Vuole che lo indossi?”. Di solito vogliono tutti quello.
Tocca al giornalista fare un cenno d’assenso col capo.
“Mi colpirà, poi?” domanda. “E’ sicuro di riuscirci?”. Affonda i polpastrelli sotto il coperchio. Un tocco delicato, in punta di unghie. Estrae qualcosa che cola. E’ luce, ma sembra miele. Che si allunga come saliva fin dentro il barattolo.
E’ l’alieno, e il giornalista sgrana tanto d’occhi. E’ rimasto solo lui dall’invasione di un anno prima. Lui e il barattolo che gli hanno trovato come casa, in un vecchio garage oltre la cerchia del Grande Raccordo Anulare.
“Può anche usare tutta la sua forza. Non la sentirò”. L’uomo continua a estrarre lo strano tessuto di luce, lo dispiega da un palmo all’altro, lo apre, lo allontana da sé, c’infila dentro una mano. Tutto il braccio. La sostanza è elastica e sembra potersi espandere all’infinito.
Le movenze del tipo sono un incrocio di mille altri gesti, ben più familiari che indossare un… alieno: vestirsi, lavarsi, spalmarsi addosso una crema.
Ecco sì, è crema di luce. Un gel! s’appunta mentalmente il giornalista.
L’uomo infila una gamba e poi in bilico su un piede introduce anche l’altra. Un abile movimento delle mani e incappuccia la testa nel bozzo di luce da cui fioriscono due grosse orecchie nere da Mickey Mouse.
La sostanza si chiude attorno al suo corpo come una buccia liquida.
“Mi sente là dentro?” chiede il giornalista.
Il Topo annuisce. Indica con una manona bianca il badile appoggiato alla parete.
Il giornalista esita; dell’uomo non vede che un luminoso, attillato costume da Mickey Mouse, una mummia di luce e colori. Brandisce il badile come una mazza da baseball, si bilancia sulle gambe e lo abbatte contro la sagoma che ha di fronte.
L’arnese gli scappa quasi di mano, passando da parte a parte come se nulla avesse incontrato lungo la propria strada.
Gel di luce!
Il giornalista rizza le spalle e si ricompone. “Esca di lì. E mi spieghi come ha fatto”.
L’uomo lentamente si sveste dell’alieno, sfila maniche, testa, gambe. Torna a far colare quella strana bava/seta/miele all’interno del barattolo. Si strofina gli occhi e indugia con le dita sulle palpebre chiuse. “Potrebbe ricoprire tutta Roma. O forse l’intero pianeta. Come una guaina”. Sta tremando di freddo. O forse è qualcos’altro…
“Mi racconti che cosa ha visto”.
L’uomo aggancia i suoi occhi. “Sono stato altrove” butta lì. “Ero io l’alieno”. Piega le labbra in una smorfia: “Ho invaso parecchi mondi, prima che lei mi dicesse Esca di lì! E’ stato lei, vero?”.
“Cosa ha visto?”.
L’uomo chiude il barattolo. “Non credo che lo voglia sapere. Se ne vada”.
“Mi dica soltanto come l’ha avuto!”.
Appoggiato al banco di lavoro, a testa bassa: “Era nel mio garage, credo di averci camminato dentro. Ho pensato di essere svenuto…”.
“E poi?”.
“Se ne vada!”.
Il giornalista lancia un’occhiata al badile. Lo ha già fatto, può farlo di nuovo… E’ sicuro che questa volta colpirebbe qualcosa.
Un lampo. Soffitto e pavimento invertono improvvisamente posizione strappandogli un urlo dalla gola.
Tossisce, sputa, gli sembra di avere inghiottito qualcosa. Ma è solo che gli manca il fiato. E’ seduto per terra, in una pozza d’unto.
L’uomo lo trascina per la collottola fuori del garage. “Vuole sapere che cosa ho visto?” gli urla sopra la testa. “Lei ha cercato di uccidermi. Sono stato in molti posti quando ho indossato l’alieno. E in quattro o cinque è anche riuscito nel suo intento”. Raccatta il badile e lo getta lontano. Fuori portata…
 

L’intero spettacolo

(per i miei due contributi vai ai minuti 39 e 42)
 
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Attori:  Cristiano Bucchi, Alessandro Porcu, Andrea Vaccarella e Matteo Quinzi.
 
Lo show del 19 luglio 2010.