Un giovane architetto spagnolo sviluppa il progetto di una città mobile in grado di muoversi su cingoli giganteschi e ospitare fino a 5.000 abitanti. Per l’Afritania, tutto sommato un boccone. È il preludio di un mondo(9) dove saranno gli insediamenti umani a spostarsi da un terreno di caccia all’altro?

L’Afritania? Qualcuno l’ha progettata per davvero, tanto che potrebbe persino essere costruita. Almeno nelle intenzioni di un giovane architetto spagnolo, Manuel Dominguez, che ha sviluppato il progetto di una città mobile in grado di muoversi su cingoli. Ospiterebbe al suo interno strutture di produzione energetica, fabbriche e persino un’università. La sua popolazione – fino a 5.000 abitanti – non avrebbe però nulla a che spartire con l’umanità derelitta della mastodontica nave a ruote di Mondo9.
 
Un’occasione comunque, questa news, per rispolverare qualche brano descrittivo dell’omonima novelette che segnò la chiusura del primo ciclo di storie di “Mondo9”. Ma soprattutto per riproporre le splendide tavole dell’Afritania realizzate da Franco Brambilla.
 
«Garrasco allungò il collo, ma la visuale gli era ostruita dal labirinto di forme che si estendeva fino all’estrema prua della città mobile, arroventato dal sole calante: non la chiglia stretta e affusolata di una nave vera e propria, ma un muso ampio e schiacciato, al di sotto del quale si affacciava una prima batteria di enormi ruote gemellate».
 
Oppure:
 
«Ogni centimetro dell’Afritania sembrava smaltato di vetro: torri, tralicci, cuspidi, alberi, balaustre, scivoli, ciminiere, grondaie, comignoli, argani, gru, pulegge, ruote dentate…».
 
E ancora:
 
«Procedevano a passo di crociera, abbastanza spediti da incollare alla faccia un vento che sapeva di sabbia e di morte. Ogni tanto un sobbalzo o un rollio inaspettato, nonostante le ruote facessero del loro meglio per macinare le dune, restituendo a poppa un deserto stirato e piatto come una piastra arroventata. Novemila ruote, secondo l’ultima stima, ma era probabile che fossero molte di più considerato quante uova, di recente, avevano prodotto mozzi di ricambio e impasti di caucciù per le gomme».
 
Insomma, creatività su due binari convergenti!