I cartoni sono atterrati a Roma. Lo prova questo breve servizio giornalistico, andato in onda il 19 luglio nel singolare (e riuscito) spettacolo teatrale “L’anno del contatto”, trasmesso in diretta da RaiNews. Ecco il mio racconto originale, con i relativi collegamenti da San Pietro e dal Colosseo…


Il 19 luglio su RaiNews è andato in onda (in diretta) dalla Centrale Montemartini di Roma lo spettacolo “Alieni a Roma – L’anno del contatto”, inedito incrocio tra pièce teatrale, telegiornale e reality. I testi dello show, ideato da Francesco Gatti ed Emanuele Ladovaz e interpretati dall’attore Pino Quartullo, erano di una dozzina di autori di fantascienza italiani (approfondimenti qui). Ogni contributo è stato presentato in forma di breve servizio filmato, con testimonianze del “contatto” e collegamenti dai luoghi di avvistamento, in perfetto stile giornalistico.

Il mio contributo (accorciato e un po’ rimaneggiato per adeguarlo al taglio giornalistico) è stato letto sulle immagini di un’ipotetica diretta da San Pietro e dal Colosseo, dove si sono manifestate le prime – bidimensionali – entità aliene. Per quanti vogliano sapere come andava a finire la versione originale, sotto le immagini allego il testo completo (nel video, il pezzo che mi riguarda comincia dal minuto 2,51).

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Ultimo spettacolo”

Un Mickey Mouse in Piazza San Pietro.
E’ spuntato all’alba, come un incendio di luce liquida divampato sul selciato. Più o meno 3.500 metri quadrati di superficie.
Stanotte non c’era.
Sono venuti in centinaia, di mattina presto, a guardarne i contorni, anche se le autorità hanno diramato l’ordine tassativo di non toccarlo. Per nessun motivo.
Polizia e Carabinieri stanno transennando il perimetro e allontanando i curiosi.
Se non fosse per i colori che sembrano volerti strappare gli occhiali scuri dal naso, si direbbe opera di un madonnaro in flash anfetaminico.
“Mamma, perché Topolino non si muove?”.
La forma è ghiacciata a metà di un passo dinoccolato.
Il bambino tira la mano della mamma, pretende una risposta. Guarda su. Non è sicuro, ma nel cielo c’è qualcosa. Un riflesso. Un reticolo di pagliuzze dorate. Arriccia il nasino, si stropiccia gli occhi.
Non è affatto sicuro… Mamma lo piglia in braccio e insieme sono costretti ad arretrare di qualche metro.
Una catena di altoparlanti invita i curiosi da allontanarsi dal perimetro, indietreggiando in modo ordinato. Senza movimenti bruschi.
Transenne ingabbiano Mickey Mouse lungo ogni lato.
Chissà perché il bimbo ha l’impressione che non serviranno…

“Non è chiaro come ci riescano” spiega il mezzobusto al Telegiornale, “ma sembra ormai assodato che si tratti solo di proiezioni. Luci convogliate in filamenti sottilissimi che si dispongono in forme bidimensionali una volta che incontrano un piano secante… Dal cielo o dalle stelle”.
“Un film? – domanda il giornalista. – Mi sta dicendo che Roma è un immenso maxischermo su cui una stella lontana sta proiettando la propria personale idea di… contatto”.
Il mezzobusto sorride, fa per allontanare il microfono, poi ci ripensa. E’ un astrofisico, da lui si aspettano risposte. Teorie. Elucubrazioni. “Non comprendiamo con quale tecnologia riescano a produrre fasci di laser così sottili in grado di viaggiare nello spazio per anni. Ma è indubbiamente questo che stanno facendo. Chiunque sia a farlo”.
“E le forme… – incalza il giornalista. – Perché proprio i cartoon?”.
E’ una buona domanda. Un’ottima domanda. Ne avrebbe fatta una migliore: “Perché no?”.
Il giornalista guarda in macchina, cincischia col microfono. “Per ora è tutto. Piazza di Spagna, Luca Lisandri, RaiNews24”.

Betty Boop è alta 43,57 metri. Coricata ai piedi del Colosseo, assomiglia a un’entreneuse in attesa di salire in camera con un nuovo cliente.
Transenne, traffico bloccato, bordate di clacson dalle vicine Via dei Fori Imperiali, Via Celio Vibenna, Via Labicana.
Torme di giapponesi danno fondo ai flash delle compatte.
Perché accidenti scatta il flash?Betty Boop si muove. Ruota. Si solleva. Il corpo sinuoso schiacciato sul Colosseo, traforato di archi… Qui c’è, ma pochi metri più avanti è la trama del buio ad avere il sopravvento.
La proiezione avanza, ingoia ombra.
Gonnellino svolazzante e gambe chilometriche.
“La vedete? – grida Luca Lisandri invitando la camera ad allargare alle sue spalle – Dovranno spiegarcela questa! E’ qualcosa di portentoso…”.
Il Colosseo zuppo di luce sexy ammutolisce i clacson.

La gente ha cominciato a morire un paio d’ore fa. Gli ospedali sono al collasso. Roma è un unico, assordante bailamme di sirene.
I cartoon hanno preso a muoversi all’unisono. Sono centinaia. Sembra che sappiamo esattamente dove andare e conoscano alla perfezione le strade per arrivarci. Le loro mete sono i luoghi affollati: Trinità dei Monti traboccante di stranieri, San Pietro, Piazza del Popolo, Via Condotti, Castel Sant’Angelo…
Stanno calpestando ogni cosa.
E i romani sotto… Così come migliaia di turisti.
Non è crollata una sola briciola d’intonaco.
E’ solo luce quella che ci cammina addosso.
Cartoni dalle stelle…Qualcuno in tv ha avanzato l’ipotesi di laser tossici. Altri hanno parlato di non meglio specificati vapori venefici. O di batteri piovuti dallo spazio, inglobati nelle bave luminose proiettate dalle profondità della galassia. Chiunque sia stato a mandare i cartoon deve avere scansionato per anni i nostri canali della tv e pensato che noi fossimo come loro…
Camuffamento perfetto, infiltrazione nelle linee nemiche, sterminio…Spegnimento luci.