Ad affermarlo è Delos Science Fiction che nel numero 123 dedica uno Speciale agli autori di casa nostra. Interventi e contributi critici di Carmine Treanni, Giampaolo Rai, Salvatore Proietti e di una “sporca dozzina” di scrittori…

La fantascienza italiana si scopre tutto sommato in salute. Merito soprattutto di Urania, sempre più orientata a concedere spazio agli scrittori autoctoni, ma anche di una piccola e agguerrita nicchia di editori che attinge con crescente frequenza alle risorse nazionali.
 
Delos Science Fiction fa il punto della situazione con un Editoriale di Carmine Treanni e un bilancio dell’anno appena trascorso redatto da Giampaolo Rai.
 
Da Salvatore Proietti arriva, invece, un’articolata disamina critica sui contributi italiani alla SF e su un momento storico mai così prodigo di opportunità per i nostri autori. Al punto che è persino lecito lasciarsi cullare da quello che Proietti definisce un “sogno”. In sintesi, questo: “Di poter operare presto in un mondo che abbia come obiettivo comune la costruzione e il consolidamento, anche in Italia, di una scena di operatori competenti che è l’unica cosa capace di ampliare l’interesse. La fantascienza lo merita, e spetta a noi essere all’altezza della passione che ci ha lasciato in eredità Ernesto Vegetti“. Come non essere d’accordo?
 
Su “L’algoritmo bianco” e Gregorius Moffa, ecco le sue parole: “Tonani ci dà un romanzo d’azione che grazie a una scrittura raffinatissima delinea l’incubo urbano di un’Italia distopica che non dimenticheremo, con un laconico protagonista divenuto già di culto”.
 
La parola passa poi ai diretti interessati, gli scrittori, con interventi di Luca Masali, Milena Debenedetti, Paolo Lanzotti, Laura Iuorio, Bruno Vitiello, Donato Altomare, Lanfranco Fabriani, Alessandro Fambrini, Giampietro Stocco, Giovanni De Matteo, Vittorio Catani e il sottoscritto.