Torna, questa volta in formato digitale, il racconto vincitore del Premio Robot 2013. Un poliziotto, un prigioniero, una moto. E 450 chilometri da percorrere sul fondo prosciugato dell’Adriatico, tra veleni letali e aerei impossibili.

Scrissi questo racconto in tre settimane di lavoro intensivo, nell’agosto di due anni fa. La storia vinse il Premio Robot 2013 (81 racconti pervenuti), ma io ci sono particolarmente legato perché oltre a tenermi compagnia per un’intera estate presenta quello che considero uno dei miei personaggi meglio riusciti, lo sbirro albanese Rudan Berisha.

Oggi, a distanza di tempo, con un mucchio di altre carogne sulla coscienza, lo considero ancora un autentico bastardo. E come tale è uno dei miei protagonisti preferiti; figlio illegittimo di quel Gregorius Moffa, che tante soddisfazioni – non solo letterarie – mi ha dato (lo trovate nel mio Urania n. 1544 “L’algoritmo bianco”, 2009). E poi c’è l’Adriatico, un mare per cui ho sempre pensato: “Meno male che l’acqua è trasparente solo in linea di principio!” (tra parentesi, durante le mie vacanze 2013 ero a chilometri di distanza, sull’altra costa, Mar Ligure). Comunque sia, “Schiuma rossa” è più o meno ispirato a quanto scrivo sotto. Felicissimo quindi che dopo essere stato su Robot (n. 68) ora approdi, per Delos Digital, in formato ebook per avere una vita propria e indipendente.

L’Adriatico – superficie 132.000 km quadrati, lunghezza 800 km, larghezza 150 km, profondità massima 1.222 metri – è per certi versi un autentico mare-spazzatura, che custodisce un numero cospicuo di relitti sia militari sia civili, comprese alcune piattaforme petrolifere dell’Agip: la più famosa è la “Paguro”, a un miglio e mezzo dal porto di Marina di Ravenna, colata a picco il 29 settembre 1965. A questi vanno aggiunte le bombe sganciate dagli aerei Nato durante il rientro dai bombardamenti in Kosovo: ai tempi, nel 1999, si parlò di 143 ordigni, dei quali pare 106 rilasciati oltre le 30 miglia dalla costa in aree di grande profondità, attorno ai 300/400 metri. Ancora più preoccupante il numero delle cosiddette “navi dei veleni”, affondate con il loro carico di sostanze pericolose; caso emblematico, quello della “Cavtat”, mercantile jugoslavo inabissatosi il 14 luglio 1974, dopo una collisione con il cargo “Lady Rita”. A bordo, sembra che ci fossero 270 tonnellate di piombo, tetraetile e tetramelite, in 909 bidoni trasportati per metà sopracoperta e per metà nelle due stive… Ma l’elenco degli affondamenti di navi pericolose (non solo nell’Adriatico) è lungo e circostanziato.

La quarta di copertina

Adriatico, ex mare. Fogna a cielo aperto. Cimitero di veleni, ossario di relitti. Negli ultimi cinquant’anni vi hanno scaricato di tutto: dagli ordigni all’uranio impoverito rilasciati dai bombardieri Nato di ritorno dalle incursioni sulla Ex Jugoslavia ai carichi tossici naufragati con le carrette del mare. Tonnellate di greggio, scorie radioattive non trattate, sostanze e rifiuti pericolosi… In forma di barili, fusti, pallet, container, bombe. Evaporata l’acqua, questo cocktail di marciumi assortiti è stato per anni esposto all’atmosfera di un clima carogna, che alterna raggi ultravioletti a gogò a sfuriate di piogge acide ed escursioni termiche da deserto africano.

Il poliziotto albanese Rudan Berisha deve scortare sul sellino posteriore della sua Ducati un pericoloso prigioniero da Milano a Valona, lungo la costa opposta dell’Adriatico, dove ci si aspetta che sconti la pena che si merita. Ma Berisha non è uno sbirro qualunque e in fondo neppure il prigioniero ha tutte le rotelle a posto. Come se non bastasse, tra i due ci si mette un ambiente infernale, che nasconde sotto ogni pietra letali prodigi, retaggio di una passato di guerre aeree e di naufragi mai denunciati. E poi c’è quella strana schiuma rossa… Che cos’è? Da dove viene? Perché è lì? E che cosa sono quegli aerei che ogni giorno al tramonto sfilano nei cieli, provenienti da un’altra epoca? Quando Berisha e il suo prigioniero arriveranno a Nuova Rimini, il loro viaggio prenderà una piega imprevista e le loro vite cambieranno per sempre…

“Schiuma rossa” (Premio Robot 2013), collana Robotica.it n. 10, Delos Digital, pag. 35 (circa), 1,99 euro, senza DRM.

La recensione di Andromeda (Mario Luca Moretti).