Le scorribande nel tempo, pilastro portante di tanta fantascienza classica e contemporanea, ma anche esercizio di fantasia tra i più apprezzati dagli estimatori del genere. E, perché no, “elastico emotivo” che – causa pandemia – nell’ultimo anno e mezzo ha sottoposto ognuno di noi a sfiancanti prove di evasione e resilienza.


Non c’è da stupirsi quindi che i viaggi nel tempo diventassero il tema della nuova antologia annuale di “Millemondi” interamente dedicata alla science fiction italiana, un appuntamento di grande successo iniziato nel 2019 con la raccolta “Strani Mondi” e proseguito lo scorso anno con “Distòpia”. Due titoli, rimasti in edicola per tutta l’estate, attorno ai quali si è sviluppato un acceso dibattito circa la salute e l’effettivo valore della fantascienza scritta da autori autoctoni. Ma soprattutto che hanno fatto registrare quello che in editoria si chiama “esaurito tecnico”, una sorta di sold out che per gli scrittori del Bel Paese rappresenta un successo straordinario, quasi mai raggiunto dai tanto blasonati maestri stranieri (ne ho parlato più nel dettaglio qui e qui).
A curare il volume dal titolo “Temponauti”, la cui uscita è stata i primi giorni di luglio, è ancora una volta il vulcanico Franco Forte, editor di Oscar Fantastica, nonché responsabile delle più vendute collane di narrativa periodica di Mondadori – Giallo, Segretissimo e Urania in ognuna delle sue declinazioni – coadiuvato in questa occasione dalla penna di Salvatore Proietti, che ne ha scritto la postfazione.

Come sempre ricchissimo il parterre degli autori ospitati, quattordici in tutto, selezionati tra il meglio disponibile sul mercato casalingo del genere secondo la logica ormai consolidata dell’alternanza da un anno con l’altro e della rappresentatività tra nuove leve e autori conosciuti, ma che vanta nel 2021 anche una buona presenza femminile: in rigoroso, ordine alfabetico, Fabio Aloisio, Franci Conforti, Davide De Boni, Luigi De Pascalis, Davide Del Popolo Riolo, Lanfranco Fabriani, Clelia Farris, Andrea Franco, Lukha Kremo, Flavia Imperi, Leonardo Patrignani, Giovanna Repetto, Dario Tonani e Claudio Vastano.

Se si esclude in Ciclo di W.A.R. nel quale i quattro episodi spaziano tra passato e futuro, all’argomento viaggi nel tempo, prima di oggi, avevo dedicato un solo racconto: “Schiuma rossa”, senza dubbio uno dei miei più conosciuti e apprezzati dai lettori, vincitore del Premio Robot 2013 e pubblicato sulla rivista ungherese “Galaktika” nel 2017.

Con questa storia salgono a 15 le mie uscite per le varie collane di Mondadori, di cui 6 titoli a sé – romanzi e romanzi brevi in volumi dedicati – e 9 racconti distribuiti tra Urania, Urania Speciale Horror, Millemondi, Jumbo, Giallo, Segretissimo e Oscar.

Che cosa accadrebbe se una ragnatela di fenditure spazio-temporali consentisse di portare nel presente oggetti del passato, tipo proiettili vaganti, schegge di granata, schizzi di sangue (ma non solo) in arrivo da un’epica battaglia che ha cambiato il corso della storia? E se il fenomeno non fosse né casuale né privo di conseguenze per i “riceventi”?

Il mio racconto s’intitola “Tectiti”, termine che indica un oggetto vetroso naturale formatosi in seguito all’impatto di grandi meteoriti sulla superficie terrestre. Il viaggio, che in qualche modo ha per tramite lo spazio profondo, catapulta il lettore sopra le acque della Manica, teatro – durante la Battaglia d’Inghilterra del 1940 – di una delle più straordinarie e spettacolari campagne aree mai combattute.

Qui la presentazione/recensione dell’antologia, a firma di Carmine Treanni, su “Wired.it”.

Ecco l’incipit della mia storia.

La lucertola uscì dall’ombra, sollevò la testa e mosse due passi indolenti alzando a turno le zampette anteriori a mezz’aria. Guardinga. Diffidente.
Mallory abbassò il visore e appoggiò il palmo sul mio avambraccio: «Tre birre che s’imbuca».
Ammiccai e mi rigirai dolorosamente su un fianco per suggellare il patto con un cinque. Il giorno prima una scheggia mi si era conficcata nella spalla sinistra, per cui – una volta estratto il frammento di metallo e medicata la ferita con otto punti di sutura – avevamo deciso di soprassedere alle nostre ronde quotidiane: stavamo sdraiati da almeno quattro ore, col risultato che avevamo finito per scommettere su tutto, persino sulle forme delle ombre. La sabbia mista a terriccio aveva il calco del mio pisello.

“Temponauti”, Urania Millemondi n. 90, Mondadori, pagg. 278, prezzo in cartaceo 7,90 euro, formato digitale, 4,99 euro.