«Sei Gregorius Moffa, vero?».
L’uomo trasalisce e si volta ingrugnito, il fazzoletto in mano. Non gli va di essere sorpreso a quel modo. Men che meno alle spalle.
Subito, però, le labbra si sciolgono in una smorfia di compiacenza. «Chi vuole saperlo?».
C’è un bambino davanti a lui, sei-sette anni al massimo. Un tappo. I capelli scarmigliati e unti, il viso sporco. Le braccine spuntano come ossa di pollo da una t-shirt con scritto sopra “Colpisci per primo”.
Gregorius si china sui talloni, un sorriso sghembo a increspargli le lebbra. «Non è mai saggio fare lo spaccone, nanetto». Si soffia il naso.
«Sei o non sei Gregorius Moffa?».
Lui annuisce. «Dipende. Che vuoi da lui?». La voce gli esce arrocchita dal raffreddore che lo tormenta da giorni. Ha il naso tappato, un fischio costante negli orecchi.

Queste le prime righe del mio racconto “Un fiore per Gregorius Moffa”, ospitato nell’antologia “Cronache dell’Armageddon” di Kipple Officina Libraria, un doveroso quanto sentito omaggio corale, curato da Giovanni De Matteo e Alessio Lazzati, al grandissimo Sergio (Alan D.) Altieri, prematuramente scomparso il 16 giugno del 2017, all’età di soli 65 anni. Scrittore, traduttore (anche di George R.R. Martin), sceneggiatore cinematografico, “Sergione” come lo chiamavano tutti con affetto, era una persona che univa a una professionalità impeccabile una sensibilità e un’umanità assolutamente straordinarie.

Il mio debito di riconoscenza nei suoi confronti è immenso e personalmente gli devo tantissimo non solo dal punto di vista professionale; fu lui a credere per primo in me lanciandomi, nel 2007, su Urania con il romanzo “Infect@”, per poi chiedermi di ritornare sulle pagine della storica collana mondadoriana dapprima, nel 2009, con il dittico “L’algoritmo bianco”, incentrato proprio sul killer Gregorius Moffa, e poi con il seguito di “Infect@” intitolato “Toxic@” (2011).

Amico squisito e dall’entusiasmo contagioso, Sergio contribuì (insieme con un altro grande, il compianto Giuseppe Lippi) a sdoganare la fantascienza italiana dal ghetto autoreferenziale in cui stagnava da anni, dando la possibilità a numerosi autori di approdare (e fare palestra) su Urania. Operazione che, in qualità di editor delle collane da edicola Mondadori, seguì di qualche anno quanto era già riuscito a fare con “L’Italian Legion” nello spionaggio attorno alla testata Segretissimo.

Gregorius Moffa, lo spietato “killer freelance” protagonista dei due romanzi brevi contenuti ne “L’algoritmo bianco” (l’omonimo e il successivo “Picta muore”, appartenenti al mini Ciclo dell’Agoverso), torna a distanza di 11 anni dalla sua prima comparsa nella Milano del 2045. E lo fa sulla scia battuta dal Maestro italiano dell’apocalisse, come tutti identificavano “Sergione” (nella foto, con un Poliarmoide della mia saga “W.A.R.”, di cui era un convinto estimatore); tra le periferie degradate di una Milano riconoscibilissima, brutti ceffi dal grilletto facile e un senso di sana giustizia che trova sempre di che fiorire dal marciume dei luoghi e delle coscienze.

In tanti hanno condiviso con Altieri lo stesso mio percorso professionale, perché Sergio era anche uno straordinario talent scout, che aveva la voglia e l’entusiasmo di scoprire e dare visibilità ad autori poi diventati a loro volta punti di riferimento in generi magari molto diversi. Qualche esempio? Barbara Baraldi, Gianfranco Nerozzi, Novelli e Zarini, Claudia Salvatori, accanto a nomi già da tempo affermati.

Eccoli tutti, in rigoroso ordine alfabetico: Danilo Arona, Barbara Baraldi, Umberto Bertani, Sandro Battisti, Italo Bonera, Andrea Carlo Cappi, Gianluca D’Aquino, Alessandro Defilippi, Giovanni De Matteo, Alessio Gallerani, Giuseppe Genna, Lukha Kremo, Mazza & Sensolini, Valeria Montaldi, Gianfranco Nerozzi, Novelli & Zarini, Claudia Salvatori, Dario Tonani. Con introduzione di Giovanni De Matteo e Alessio Lazzati; prefazione di Franco Forte (che di Altieri ha preso il testimone in Mondadori, continuando e ampliando l’opera di promozione degli scrittori italiani di genere); postfazione di Alessio Lazzati.

“Cronache dell’Armageddon”, collana “K Noir”, Kipple Officina Libraria, pag. 324, 15 euro; ebook, 3,95 euro.