Esce per i tipi della Delmiglio Editore l’antologia “La cattiva strada”, alias 18 racconti di crudeltà assortite. Nessun confine di genere, nessun limite, nessuna redenzione. All’interno il mio racconto su un demone tossico la cui droga è la morte…

“Inspiro, strizzo le palpebre, stendo bene le gambe. Contatto visivo!
 
C’è un puntolino che si muove verso di me lungo la massicciata della ferrovia, ancora lontano. Un barbone o un operaio addetto alla manutenzione dei binari. Sarà lui!
 
Milano, stazione della metropolitana di Crescenzago; dopo aver percorso chilometri sottoterra, i convogli della linea Verde sbucano in superficie tra anonimi casermoni di periferia. Nell’aria, odore di gas combusto e la luce arancio dei lampioni allo iodio. L’urlo di una sirena in lontananza.
 
La siringa mi scivola sulle traversine del binario”…

Iago è un demone, tecnicamente un ritornante. Anzi, in realtà Iago non è neppure il suo vero nome. Morire è la sua droga. Cade nei corpi ospiti… come terra in una fossa. Sceglie di occupare esclusivamente disperati, poveracci, catorci umani. Gente senza arte né parte, convinta che la rabbia sia un fuoco che brucia ogni disgrazia.

Il racconto “Sballo!” è la sua storia: il mio piccolo, sinistro contributo all’antologia “La cattiva strada”, curata da Gian Filippo Pizzo e in uscita in questi giorni per i tipi della Delmiglio Editore. Come recita il sottotitolo, “18 racconti di crudeltà assortite”, che ruotano attorno al tema della cattiveria. Senza distinzioni di genere, liberi tutti gli autori di scegliere la perfidia che più li ispira e li seduce.

Compagni di viaggio, nomi noti e meno noti, accomunati dalla voglia di lasciarsi andare al nero che c’è in ognuno di noi: Giulia Abbate, Paolo Alberti, Andrea Angiolino, Danilo Arona, Claudio Asciuti, Vincenzo Bosica, Italo Bonera, Vittorio Catani, Piero Cavallotti, Oskar Felix Drago, Francesco Grasso, Gianluca Mercadante, Marco Passarello, Michele Piccolino, Gian Filippo Pizzo, Franco Ricciardiello, Bruno Vitiello.

Perché  «La bontà costa cara. Pazienza. Impegno. Coraggio. Perseveranza. La cattiveria no. Nulla! È gratis. Vale quello che riesce a produrre: che sia un bel gruzzolo o una montagna di sensi di colpa».

Arthur Schopenhauer diceva «È la cattiveria il collante che tiene insieme gli uomini. Chi non ne ha abbastanza si distacca». Dall’alto della sua ironia, Woody Allen gli fece eco sostenendo che «Il mondo è diviso in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio la notte, i cattivi se la spassano meglio di giorno». Un cupo filosofo e un inguaribile disfattista, due pessimisti agli antipodi uniti dal fascino del lato più in ombra dell’animo umano…

Dall’Alito agli Zombie, il cattivo è sempre sulla (o nella) bocca di tutti. Quindi, buona lettura!

“La cattiva strada – 18 racconti di crudeltà assortite – Collana TinteFosche, Delmiglio Editore, pagg. 268, 14,00 euro.